Intuizione, razionalità e una matita bicolore…

In un precedente articolo scrivevamo “Lui sognava per i suoi figli un futuro fatto di lavoro, indipendenza e solidità, si, era un visionario, ma con tanta volontà e coraggio ed ebbe la fortuna di riuscire a vedere questo suo sogno realizzato… ma questa è un’altra storia!”… beh, è arrivato il momento di raccontarla, quella storia!

Nel lontano 1966 nasceva Marmi Rossi, dall’intuizione di papà Maurizio. Lui non era uno dei fortunati che avevano potuto studiare, si era fermato come tantissimi della sua epoca alla quinta elementare. Riservato sulla sua vita privata ma persona socievole e dalla battuta sempre pronta, aveva grandi idee, fulminanti intuizioni e tanta, tanta volontà e voglia di lavorare.

Ora provate ad immaginare una persona dotata anche di una grande visione del futuro e ben potete immaginarvi papà Maurizio in una delle sue tipiche battute rivolte a chi lo prendeva in giro per i troppi figli piccoli da sfamare:

“Quando i miei figli saranno grandi io diventerò milionario!”

 

  • matita bicolore libro antico

 

E ora date un’occhiata alla foto qui sopra, quanti di voi se la ricordano?

Eh già, è proprio la matita nata nel 1955 e che veniva usata fino a qualche anno fa dai ragionieri più meticolosi per segnare in due colori le voci di bilancio: il dare/avere, i debiti/crediti, ma anche gli errori più o meno gravi nei compiti in classe a scuola. È stata immortalata appoggiata sopra ad un vecchio libro, un’edizione ottocentesca del Dizionario dei Sinonimi di Nicolò Tommaseo, che Maurizio aveva comperato sulle bancarelle e siglato con la propria firma. 

Questa matita è un esempio della genialità e praticità di papà Maurizio: senza grandi studi ma con una sola matita bicolore nella mano riusciva in pochi segni a leggere un intero bilancio! E quella che vedete nella foto era proprio la “sua” matita!

Per qualche istante vogliamo provare ad immaginarcelo col suo spirito arguto e la sua ironia, aggirarsi oggi per gli uffici ed i capannoni della Marmi Rossi Spa. Ci immaginiamo come commenterebbe tra lo stupito ed il divertito i progressi e le innovazioni apportate nella sua piccola grande creatura negli ultimi 20 anni…

Non mancherebbe certamente una sua esclamazione su quegli ordini fatti dai clienti direttamente sul sito marmirossi.com – “ma come, i clienti non sono qui in azienda, non hanno telefonato eppure ordinano? E lo fanno direttamente dal sito?” – direbbe lui. Ebbene si caro Maurizio, i clienti possono non solo conoscerci attraverso il sito, ma possono anche vedere il nostro catalogo con le centinaia di materiali e verificare se li abbiamo disponibili in magazzino in quel preciso momento! E possono chiedere subito la quotazione, comodo per i clienti, vero? 

E cosa potrebbe mai dire Maurizio sulle migliaia di metri quadri di pannelli fotovoltaici che oggi sono sul tetto dei suoi capannoni? Proveremmo a spiegargli che l’energia utilizzata dalle sue macchine viene generata… dal Sole! Ci immaginiamo già la sua faccia!

E ancora, come potremmo mai spiegargli la velocità e la tecnologia dei nuovi telai multifilo? Già, i suoi occhi sgranerebbero nel vedere come comunicano i dati di produzione direttamente al computer e lui da uno schermo potrebbe in ogni momento controllare tutta l’azienda: che risate ci faremmo guardando ora la sua faccia, lui che era partito con un piccolo telaio dov’era necessario spalare badilate di sabbia, il miglior abrasivo dell’epoca!

Siamo certi che Maurizio sarebbe fiero di quello che oggi è diventata la sua Marmi Rossi e ogni giorno passeggerebbe con orgoglio tra i suoi capannoni per poi tornare alla sua scrivania e impugnare, nonostante la tecnologia, la sua matita rossa e blu!

La sua scrivania, già, stiamo pensando che oggi si troverebbe in uno dei nuovi uffici: finalmente anche lui godrebbe dell’aria condizionata, visto che con il suo buon cuore nella vecchia sede si era sistemato nell’unica stanza senza ventilazione, perché erano le impiegate (“le mie ragazze”, come le chiamava lui!) che dovevano star comode.

E siamo convinti che anche se adesso un software permette il controllo dell’azienda persino da un cellulare, anche se ora è possibile organizzare e programmare l’attività di produzione mandando istruzioni e comandi direttamente all’interno delle macchine, anche se ora l’innovazione sta coinvolgendo addirittura le sue vecchie attrezzature rendendo protagonista del cambiamento tutto il personale del reparto produttivo, noi siamo convinti che lui ne sarebbe orgoglioso, sarebbe fiero dell’evoluzione della sua azienda, ma siamo altrettanto convinti che anche ora, come allora, si terrebbe sempre accanto la sua matita rossa e blu.   

Due mondi che si incontrano, il vecchio e il nuovo, convivendo in una felice sintesi di radici ben piantate nel passato e nuove idee proiettate verso il futuro: un incontro che viene ben reso anche nell’opera di Serafino Rudari, dove le prospettive squadrate dei nuovi uffici delineano bene i confini della realtà ma allo stesso tempo si confrontano con l’aspetto immaginifico dei colori spiazzanti e vivi con cui sono dipinti, e dove, tra gli altri, troviamo ben accostati anche il rosso e il blu, citazione alla famosa matita di Maurizio.

 

dettaglio rosso blu dipinto

 

“Spesso raccontare la storia di un’azienda significa anche raccontare la storia di una famiglia,” – dice Rudari – “significa assaporare parte del loro percorso evolutivo, dei loro sogni, delle ambizioni che non si vedono ad occhio nudo, che magari non si conoscono. Spesso alla base di un’azienda c’è e c’è stato l’impegno, il sacrificio, l’investimento di ogni risorsa per il raggiungimento di un sogno, persone che hanno deciso di intraprendere un cammino con l’audacia di un pioniere, con la visione onirica di un esploratore. L’astronauta è il “simbolo” di tutti quelli che si sono avventurati in questo viaggio e, con impegno e dedizione, continuano ogni giorno a navigare”

Non dimenticando mai una matita rossa e blu e l’uomo che la impugnava…